MILANO, 10 APRILE 2O11 PARLA APHRODITE JONES

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Il processo contro Michael fu un complotto"
Parla Aphrodite Jones, ospite alla Convention europea dei fan di Jackson
foto Ufficio stampa
16:26 -
Domenica 10 aprile, all'Hotel Melià di Milano, si terrà la "Michael Jackson Second European Convention". Ospite dell'evento Aphrodite Jones, autrice del libro "Il complotto", in cui ricostruisce il processo per pedofilia intentato contro il cantante. "Quando mi sono avvicinata al caso ero convinta fosse colpevole - dice a Tgcom -. Ma poi mi sono resa conto di quanto media e polizia ci avessero fatto il lavaggio del cervello. Volevano distruggerlo".
La convention di domenica (organizzata dalla Jam Music Production) è un'ottima occasione per ricordare Michael, a quasi due anni dalla scomparsa, e scoprire nuovi dettagli su quella che, secondo molti, è stata la grande ingiustizia di cui fu vittima con le accuse di pedofilia mossegli contro. La Jones ha minuziosamente ricostruito quanto avvenne dentro e fuori il tribunale nel corso di quel processo, analizzando testi, documenti e visionando ore di filmati per farsi un'idea precisa ed obiettiva del caso. Finendo con il cambiare completamente idea rispetto al pregiudizio iniziale. "In qualità di giornalista per la Fox mi chiesero di seguire il caso ed era un impegno davvero gravoso - spiega -, quasi sei mesi di udienze, e quando ho iniziato a seguire il processo la mia convinzione è che Michael fosse colpevole".

Cosa le fece poi cambiare idea?
Tutti erano convinti che lui fosse colpevole, e mi sono resa conto di quanto i media e la polizia avessero fatto un vero lavaggio del cervello nei confronti dell'opinione pubblica. Il giorno che la giuria è entrata in aula pronunciando il verdetto di innocenza è come se mi avessero aperto gli occhi. Quella gente aveva avuto modo di analizzare le cose e avevano avuto una visione meno influenzata della nostra che eravamo al di fuori. Mi sono resa conto che per il procuratore e per i media era stato una sorta di gioco...

Così ha iniziato a indagare per suo conto?
Ho scritto al giudice chiedendo di poter visionare le prove a carico ed ho avuto il permesso. Sono stata giorni nel sottorraneo del tribunale spulciando documenti, analizzando le fotografie, guardando i video. Fino a quando non sono arrivata alla ripresa dell'interrogatorio della polizia al ragazzino che aveva accusato Michael. L'ho guardato più volte perché ogni volta appariva evidente che ci fosse qualcosa che non tornava, era troppo nervoso e la descrizione che faceva dei presunti abusi sessuali non era credibile per un ragazzino di soli tredici anni.

Pensa fosse stato imbeccato?
Sono convinta che la polizia lo abbia fortemente influenzato. Non dico che gli abbiano suggerito cosa dire, ma sicuramente hanno fatto in modo che lui rispondesse a domande precise che loro facevano indirizzando la deposizione. Ti ha fatto questo, ti ha toccato così, ti ha sfiorato là... lasciando a lui delle timide conferme alle loro ipotesi precostituite.

Ma perché questo accanimento su Jackson?
Al centro di tutto c'era una questione di soldi e di fama. Il procuratore distrettuale fece di tutto per affossarlo con ogni mezzo. Furono chiamati esperti, consulenti, furono spese cifre inimagginabili. Ma tutto fu inutile perché non riuscirono a incastrarlo. Ma sono sicura che in realtà Michael da quel processo non si sia mai ripreso veramente. Da quel momento è come se le sue radici fossero state strappate. Non aveva più una casa, un senso di appartenenza, era perso. Secondo me chi ha intentato quel processo a suo carico ha il peso della sua morte sulle spalle.

Ha detto che Michael non si riprese mai da quel processo. Al momento della sua morte stava preparando il suo grande rientro: crede che questo potesse dare fastidio a qualcuno e che qualcuno lo volesse morto?
So che ci sono molte persone che pensano che quella dell'omicidio sia un'ipotesi, non fosse altro per i grandi interessi che c'erano dietro Michael e la quantità di denaro che faceva girare. E' possibile così come non lo è. Io personalmente non credo sia stato ucciso. Penso che il dottore che lui aveva ingaggiato per aiutarlo a sostenere i grandi sforzi che stava compiendo sia stato un irresponsabile ma forse per lui non è stato nemmeno semplice. Michael aveva un sacco di persone intorno ma quando voleva fare qualcosa non c'era modo di fargli cambiare idea. Lui era ancora un ragazzino e al tempo stesso una star. Posso immaginarlo chiedere al dottor Murray di dargli questo o quell'altro, e il dottore non negargli anche quello che era illegale fare. Ma in definitiva credo non ci sia stato nessun complotto per ucciderlo."
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